Non-Luoghi

Allacciate le cinture

Come nella vita, anche sui voli, a volte non si sceglie. Le compagnie aeree sono sconvolgenti, in materia: si passa da quelle che al momento dell’imbarco del bagaglio passano ad offrirti un rene, a quelle che nemmeno riconoscono la tua presenza a bordo regalandoti una roba rara: un sorriso. Io, oggi, non ho potuto scegliere dove sedermi e viaggio con una di quelle che ancora sono definite “compagnie di bandiera”. Peccato che la bandiera che economicamente la protegge sia geograficamente in Medio Oriente, ed il nome che la contraddistingue evochi pizze e mandolini. Comunque sia, al fine di questo racconto, non è essenziale capire chi ha emesso il mio biglietto.
Questa breve storia di viaggio, invece, delinea sensazioni che risulteranno impopolari e andranno a cozzare col cuor buono dei ben pensanti là fuori. Ma tant’è. Sono votata alla realtà dei viaggi. Acida o morbida.
Quando volo, evito i bambini. Ho provato per qualche tempo a credere in un destino buono che mi concedesse di avere un cherubino accanto, bello da vedere e divertente da ascoltare. Davanti al quale potessi ritornare ad una voglia di maternità pretesa da tutte le giovani donne della mia generazione. Prendo dai 2 agli 8 voli al mese, a seconda dei periodi dell’anno. Volo da quando avevo 18 anni. Il destino, con me, è stato semplicemente stronzo. Mai, e dico mai, in più di 15 anni, mi è capitato vicino un bocciolo di piccolo essere umano.
Oggi ad esempio ho vicino a me un mostro. Si chiama Rihanna, non ho inventato il nome. E’ vestita con abiti che non pensavo esistessero per i piccolini. Canta da quando siamo partiti da una capitale scandinava a caso. Canta come se non ci fosse un domani. E si dà lo smalto. E ogni 5 minuti si alza e va a farsi un giro per il corridoio. Non viaggia sola, ma forse sarebbe meglio: il padre gioca a tirare giù muri di frutta su uno schermo largo come una petroliera. La madre legge Susanna Tamaro. Impopolare che sia, non fate figli se preferite poi leggere Susanna Tamaro. Non fate figli se non pensate di essere in grado di tenerli a bada. Soprattutto però, non fate figli se poi questi li abbandonate a diventare mostri su voli di linea che centinaia di milioni di persone schizoidi come me prendono ogni giorno.
Sono senza cuore? Sì, ma sono anche senza ore di sonno, senza pazienza, senza la mia famiglia e senza i miei amici più cari. Sono senza il mio letto, senza le mie ciabatte, senza il silenzio del mio splendido appartamento di 50 metri quadrati. E sono sincera.
In avventure volerecce precedenti, ho incontrato bambini sotto i 12 anni che, in ordine sparso: parlavano di sesso; piangevano ininterrottamente per 5 ore, a volte dimenticandosi di prendere fiato e diventando quindi amaranto; mi hanno toccato la faccia, le mani, le braccia, il seno, gli occhiali; mi hanno passato una merendina sul laptop o sul libro; urlavano che loro, qui, non ci dovevano essere; rovesciavano liquidi biologici di varia consistenza addosso ai loro genitori, a me e ad altri partecipanti a questo grande circo; bambini brutti da guardare; bambini che chiamavano “scemo” uno a caso dei genitori perché “li avevano fatti perdere a CandyFuckingCrash”; ed altro, che vi risparmio.
Vicino a me, quando sono lassù in aria, non voglio nemmeno animali. Eviterei con immenso sollievo quanto già incluso nella categoria in passato: furetti; posseduti dal demonio che discutono al telefono anche nel momento del decollo; cani; scellerati che pensano di essere a casa loro, e allora via di rutti e bestemmie; gatti; ubriachi-quanto-basta, li chiamo io, quelli che non sono lasciati a terra ma che tu vorresti lanciare a terra da quassù; donne che ti parlano dell’oroscopo, “io sono Bilancia, e tu”; conigli; terroristi vegani; terroristi cattolici; costruttori d’armi; venditori d’armi; ho già detto cani e furetti; gente che puzza come se fosse uscita direttamente da un lazzaretto; gente probabilmente appena uscita da un lazzaretto che ti tossisce in faccia, e quelli che vanno in bagno e lo sai che  matematicamente non è possibile che si siano lavati le mani in un così ristretto ammontare di tempo.
Perché mi innervosisce così tanto questo campionario di bellezza umana? In fondo, li si può incontrare anche a terra. Dovrei quindi avere costanti spasmi intestinali, direte voi. In aereo, però la realtà e le sensazioni sono pressurizzate. Quest’abitacolo viaggia sopra le nuvole. Sei senza scampo. I mostri avranno il sopravvento. Allacciate le cinture di sicurezza.

 It’s a small world. It keeps re-crossing itself   Ode all’estate 

8 risposte a “Allacciate le cinture”

  1. Mi hai fatto morire dal ridere, soprattutto perchè sto viaggiando su un pullman in compagnia di diversi casi umani, simili a quelli da te descritti… se non fosse per l’apertura saltuaria delle porte non ci sarebbero molte differenze!
    Un abbraccio,
    C.

    • Il nostro musical preferito di tutti i tempi sostiene quanto segue: “people who claim that they’re evil are usually no worse than the rest of us… It’s people who claim that they’re good, or any way better than the rest of us, that you have to be wary of.” Quindi … let’s be wicked! Ciao Punnu, Skandorina

  2. nonostante anche io abbia una bimba di 3 1/2 anni, non posso che darti ragione… se potessi viaggiare da sola, starei ben lontana da tutte quelle categorie che hai menzionato… forse il jet personale e’ l’unica alternativa?? 😉

    • Ciao Simo, se solo tutti i bambini fossero la tua marmocchietta allora sì che il mondo sarebbe un posto migliore. E soprattutto tutti i bambini direbbero “piedis” 😉 Un abbraccio grandissimo, Skandorina

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