Italia

‘Cause we’re lovers, and that is a fact 4

Eccoci qui, di nuovo noi due. Siamo sopravvissute ad un’altra estate, moderata stavolta. In questi mesi, sulle tue strade, delle apparizioni.

Ho visto un paio di scarpe abbandonate sui binari del tram.  A chi appartenevano? Dove erano state? Uno dei tuoi misteri, come la cantante lirica di Via Vanchiglia (qui).

In questi mesi, in Corso Farini, un’intera famiglia di evidenti origini slave mi ha fermata, asfalto rovente, e mi ha giurato d’esser di Salerno prima di domandarmi un dazio di 2€, se non mi dispiaceva, per un connazionale. Una specie di tradimento delle immagini, come nei quadri di Magritte.  Noi non siamo slavi. Noi non siamo una pipa.

La tua estate ha portato a chi vive qui una pressoché imbarazzante quantità di parcheggi. Li ho guardati girare, i guidatori. Sembrava che non sapessero che farsene di tutto quello spazio. Me li sono immaginati che continuavano a guidare, su giù, su giù, qui là qui là. Così, senza un motivo. “Vogliamo solo dimostrare a tutti che Torino è invivibile”. Tutte le città sono invivibili. Nessuna possibilità di appello. Bah. Contenti loro.

Quest’estate insieme a te mi ha trovata spesso nella zona di Lungo Dora Siena, Firenze, Savona. Come saranno confusi i non residenti, che si chiederanno cosa ha a che fare il capoluogo di provincia ligure con le due città toscane? E poi comunque: “Scusa, ma Dora Riparia o Baltea?” , che quando te lo chiedono, li vedi quelle orde di prof di geografia che si buttano dal balcone.

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Lungo le rive del tuo secondo fiume, mi hai presentato gruppetti di accaniti giocatori di carte: 2 tavolini, 7 o 8 sedie, scala 40, “cerea” intercalati con “chi te mmuort”, quest’ultima classica espressione del dialetto torinese, entità ormai mitica come l’unicorno dorato.

image-1Sull’altra sponda, poi, quella struttura con quella scritta improbabile nell’Europa del 2016: “Consorzio Tubercolare Provinciale”, oggi sede dell’ASL 2. Cosa hai visto, mia Torino, succedere là dentro? Lo so che dai dispensari di questo tipo veniva coordinata la cura della tubercolosi, ma ogni volta che passo lì di fronte non riesco a non pensare a tutti quei polmoni malandati transitati in quelle stanze.img_20140921_081846

A salutarli, in anni più recenti, sarebbe spuntata la donnola gigantesca dipinta dall’artista belga Roa. Ci giochi mai con quell’animaletto, quando i tuoi abitanti non ti guardano? Ti sogno, ogni tanto, che la fai passare dietro al collo, come una bambinetta, da una spalla all’altra. Sull’orizzonte, la Mole, che però da qui sembra così lontana. Le tue risate nell’aria di settembre che vanno a riposarsi sull’Alpha e sull’Omega all’ingresso del Cimitero Monumentale.

In cielo, in lontananza, il pallone aerostatico di Porta Palazzo. Chissà come sei bella da lassù.

 ‘Cause we’re lovers, and that is a fact…   Casa Hollywood 

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