Italia

Castel del Monte (Puglia)

Un’enorme scatola vuota

A circa 60 chilometri da Bari, c’è quella che il viaggiatore superficiale definisce con stoltezza “un’enorme scatola vuota”. La si scorge da lontano, e dalle sue mura in pietra di Trani, materiale cangiante a seconda della luce che le tocca, si arriva a vedere lontano. Castel del Monte svetta su una collina completamente brulla quando ci arrivo a dicembre. La neve lo ricopre di tanto in tanto, e il vento lo sfiora. Sembra dirmi: “Attraversa questo suolo ocra scuro. Qui ti attendono delle scelte. Qui dovrai perderti per poterti ritrovare”.

Il Big Bang

La storia dell’uomo appare, a tratti, cristallina. Siamo stati in grado, ad esempio, di stabilire una data abbastanza precisa per il Big Bang. Di Castel del Monte, invece, non sappiamo pressoché nulla. Eppure è “accaduto” ben dopo la creazione del nostro sistema solare. Eppure no: non ce la possiamo fare.
I documenti che ne raccontano la costruzione sono stati inghiottiti dal tempo. Ad oggi, quindi, non abbiamo la più pallida idea della destinazione d’uso di questo edificio. Che strani, gli uomini: spieghiamo eventi di milioni di miliardi di milioni di anni fa, ma queste mura porose restano uno dei maggiori misteri della nostra storia.

Provehito in altum

Qui tutto rimanda al numero 8: la pianta dell’edificio è ottagonale. Ad ogni angolo, ci sono delle torrette, anch’esse ottagonali. Castel del Monte, quindi, è caratterizzato dalla figura intermedia tra il quadrato, simbolo del mondo terreno, ed il cerchio, ovvero il cielo. Simboleggerebbe pertanto il passaggio dell’uno verso l’altro.
L’8: il numero della rosa dei venti, dei petali del loto e dei sentieri buddisti della via. Il numero dell’equilibrio cosmico ed il simbolo dell’infinito. Le 8 beatitudini di Gesù e le 8 braccia della dea guerriera indiana Durga.
Il portale di ingresso principale si apre sulla parete della struttura orientata approssimativamente ad est. Anzi, di più: essa si trova di fronte al punto in cui sorge il sole in coincidenza degli equinozi di primavera e d’autunno. In queste date particolari, le ombre gettate dalle pareti disegnano una particolare direzione. Si racconta che a mezzogiorno dell’equinozio di autunno, ad esempio, le ombre delle mura raggiungano perfettamente la lunghezza del cortile interno, ed esattamente un mese dopo coprono anche l’intera lunghezza delle stanze.
Anzi, di più: due volte l’anno (l’8 aprile e l’8 ottobre), un raggio di sole entra dalla finestra nella parete sudorientale e, attraversando la finestra che si rivolge al cortile interno, illumina una porzione di muro dove prima era scolpito un bassorilievo.

Cos’è. Cosa non è. Cosa potrebbe essere. Anzi, di più.

Castel del Monte non può essere stata una fortezza militare. I cavalieri di Federico II non ne avrebbero saputo apprezzare le finissime decorazioni e gli infiniti simboli astrologici. Non avrebbero saputo dove far abbeverare i loro cavalli. Anzi, di più: non si sarebbero trovati molto bene in questo edificio, perché le scale a chiocciola nelle torri, disposte secondo un senso antiorario, li avrebbero costretti ad impugnare le armi con la sinistra, ponendoli in una situazione di forte svantaggio contro eventuali assalitori.
Per la complessità della sua simbologia e per la mancanza di stalle, Castel del Monte non può nemmeno essere stata una residenza di caccia, benché Federico II amasse questo passatempo.
Secondo alcuni, Castel del Monte potrebbe essere stato un centro benessere, destinato alla cura del corpo. Un hammam, tipo. La struttura, infatti, include una serie molto complessa di sistemi di raccolta dell’acqua, tra cui alcune cisterne e varie stanze da bagno. Una possibilità, umida, questa. 
Per altri, invece, si tratterebbe di un tempio progettato per essere fruito secondo un percorso obbligato ed iniziatico.

Ad ogni porta, una decisione.

Le sue stanze danno al viaggiatore la sensazione inesorabile dello smarrimento. Pochissimi dettagli variano da una sala alle altre che, pur geometricamente perfette, sono caratterizzate da alcune lievi asimmetrie o variazioni nelle decorazioni.

Secondo altre ipotesi, invece, Castel del Monte potrebbe essere stato una specie di tempio della conoscenza laica, un luogo in cui i viaggiatori potevano dedicarsi allo studio delle scienze matematiche, esoteriche, ed astronomiche.

Di fronte ad ogni colonna, un vero e proprio trattato di botanica.
Le alte pareti da cui è formato il cortile interno ricordano l’interno di un pozzo, che nella simbologia medioevale rappresentava la conoscenza.

Chi conosce, può scegliere.

Attraversate le sedici sale. La luce che filtra dalle finestre monofore del pian terreno aumenterà mentre arriverete al secondo piano. Alzando gli occhi, in alcuni punti, ad accompagnarvi ci sarà un fauno con le orecchie a punta, in mezzo alle volte delle stanze. Le stelle a sei punte sul pavimento ed i trapezi vi guideranno. Gli infiniti “otto” che ritornano sulle chiavi di volta e sulle cornici dei portali d’ingresso, ma poi ovunque.

Ed ora, a voi, amici viaggiatori, la scelta.

 

 ‘Cause we’re lovers, and that is a fact…   Torino 2.0 

2 risposte a “Castel del Monte (Puglia)”

    • Grazie a te, Lello! Castel del Monte è davvero un posto magico. Ci vediamo a Pordenone ad aprile. Un caro salute, Skandorina

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