Italia

‘Cause we’re lovers, and that is a fact 2

Siamo usciti allo scoperto, qualche mese fa, quindi tanto vale raccontarvi altro di noi. Perchè io ne sono innamorata mica solo a San Valentino. Me ne innamoro ogni volta che passo in Piazza Bodoni, e mi fermo davanti alle finestre a pian terreno della scuola di musica: mentre l’aria si riempie delle melodie del Conservatorio, io guardo attraverso i vetri e vedo delle arpe, alcune scoperte e pronte ad essere accarezzate dagli studenti, altre che che sono state messe a nanna. Perchè la musica, a Torino, è ovunque: ad esempio, in via Vanchiglia, nascosto dal traffico del centro, c’è un cortile interno dove ci si potrebbe accomodare per ore ad ascoltare le prove di una misteriosa cantante lirica che vive lì.

Non lontano da lì, poi, in via Verdi, davanti alle sale studio di Palazzo Nuovo, c’è un bar dove i ragazzi giocano ancora a calcetto. Voi potreste obiettare: “E quindi?”. E quindi vi chiedo di fermarvi un attimo a pensare seriamente a quanti locali conoscete o frequentate dove c’è ancora un calcio-balilla. Seriamente. Dove lo usano, intendo.

Ne sono innamorata perchè ci sono delle cose scritte sui suoi muri che mi fanno sorridere ogni volta che le vedo: per dire, in via Pietro Egidi, ci abitò Torquato Tasso “per pochi mesi”, e la sua permanenza “consacrò la casa per tutti i secoli”. Ecco cosa si legge su una targa che campeggia sullo stabile.

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Mi dona abbracci a 360 gradi quando ci incontriamo, spesso soli, sul campanile vicino al Duomo. Lassù, la mia città è tutta per me: da Spina 3, alle guglie di San Lorenzo, dal grattacielo di San Paolo alla Sacra di San Michele. Non la devo convincere ad uscire con me, nè è mai in ritardo. Lei è tutta intorno a me. Non fa storie quando, senza preavviso, mi presento a salutarla in Piazza Vittorio, in quel momento in cui i lampioni diventano prima verdi e poi illuminano i suoi portici d’oro.

800px-Torino_Faro_della_VittoriaNon mi fa aspettare per ore quando in fondo a Corso Vittorio, alzo gli occhi verso il Colle della Maddalena e lo vedo coperto di nebbia: lassù, comunque, spuntano le torri della TV in mezzo agli alberi. Non sparisce per mesi interi, e provvede a farmi dimenticare delle brutture: per dire, la sua bellezza mi è evidente quando, da Piazza San Giovanni, guardo in alto a destra e mi appare il nostro Tricolore. E mi dimentico che la nostra bandiera campeggia sull’orrenda Torre Littoria.

Uno dei posti più belli, però, resta sempre il Parco della Confluenza dove il Po e la Dora si uniscono in un abbraccio. Tutt’intorno, profumi di grigliate provenienti da barbeque organizzati per lo più da genti dell’Europa dell’Est, mentre arzilli vecchietti fanno soltanto finta di correre.

A volte, poi, ci tiene ancora a stupirmi: mi conduce dolcemente verso Lungo Po Antonelli. “Guarda quei due, sull’altra sponda. Guarda come giocano a far saltare le pietre sull’acqua”. Poi, mi prende per mano e mi dice: “E’ sera, andiamo a casa”.

 ‘Cause we’re lovers, and that is a fact   Una favola della buonanotte 

6 risposte a “‘Cause we’re lovers, and that is a fact 2”

  1. Riguardo al soprano chiedi al mio ex RM che abita li’, anche se un mistero non svelato e’ meglio di una curiosita’ soddisfatta.

    • Lasciamo il mistero aleggiare tra le vie di Vanchiglia ….. muaaaaaa muaaaaa ….. forse si tratta di un fantasma!

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