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Viaggiando alla scoperta dei paesi troverai il continente in te stesso – ovvero i 365 Strangers di Davide Buscaglia

L’estate 2015 è finita. Nella mia testa restano comunque ricordi di altissime temperature, passaggi nelle affollate piscine comunali di Torino, gelati e corse in bici al Valentino. A farmi compagnia in questi primi giorni di pioggia e vento, resta anche un’altra cosa molto bella dei mesi caldi. Un progetto, un sogno forse, sviluppato da un ragazzo molto in gamba che ho avuto il piacere di intervistare nelle ultime settimane. Davide è uno che incontra l’Altro e ha una fiducia sconfinata nel prossimo. Un prossimo che, ci dicono, deve per forza fare paura. Ci invade. Ci ruba le mogli e il lavoro. Né Davide né molti di voi, cari lettori, sono d’accordo.

Ecco l’intervista. Rileggerla, ora, mi emoziona e mi commuove. Dalle parole di Davide, scaturisce una società libera e sognatrice, che anche se è costretta a stringere i denti, non molla. Buona lettura e non dimenticate di iscrivervi al progetto. Il link è 365strangers – Davide Buscaglia

Raccontami brevemente di te: chi sei, quanti anni hai, cosa fai, dove vivi?

Sono Davide Buscaglia, da poco entrato nella decade dei trentenni, Psicologo quasi Psicoterapeuta, e dopo sette anni passati a Torino sono tornato in provincia di Savona. Per quanto ancora…non so. Nel frattempo scrivo e fotografo, accettando le proposte di lavoro che ogni tanto piovono dal cielo.

Come ti è venuta l’idea degli ”Strangers”?

Credo che tutto il progetto, come forse ogni cosa nella vita, nasca da un bisogno. O meglio, da più bisogni. Ne scelgo 3. Il primo bisogno era di escludere definitivamente dal 2015 giornate passate senza obiettivi. Il 2014 ne è stato pieno. Poi mi viene in mente il bisogno di non vivere più giornate con la sensazione di essere solo. Ho una compagna, con cui condivido giornate piene e meravigliose, ma la solitudine a cui mi riferisco arriva da lontano. Grazie a questo progetto condivido almeno un’ora al giorno con qualcuno: lo trovavo stimolante, una difficile sfida che mi entusiasmava. E poi il terzo bisogno, la questione dell’espressione. Sentivo e sento tutt’ora un intenso bisogno di esprimermi. Fotografia e scrittura sono gli strumenti che ad oggi soddisfano questa parte di me. Tutto ciò sostenuto dalla mia passione per la Fotografia, dalla necessità di imparare a fotografare e ritrarre persone per strada. Ho sforato, con questo sono 4 e avevo detto 3…

L’idea dell’Altro è fondamentale per me, e nel mio blog … il viaggio è un continuo attraversamento di confini, reali, imposti, immaginati. Fino ad ora, immagino che l’Altro che hai incontrato ti abbia arricchito? 

Assolutamente sì. Lo dico spesso, soprattutto alle persone che incontro. In questo viaggio incontrerò 365sconosciuti, ma se mi fermo un attimo a sentire mi accorgo che la realtà è più articolata e sto incontrando 365 parti di me attraverso lo sguardo e le storie dell’Altro. L’umanità che incontro è profondamente varia, come varie sono le tematiche che si attivano in questi contatti. E il messaggio che faccio mio e che mi piacerebbe trasmettere è che non esiste un solo modo di vivere ma esiste solamente quello che in quel momento, in quell’ambiente, con quelle persone è il migliore modo di vivere per sé stessi. Per me stesso e nessun altro. Grazie per questa domanda, mi ha permesso di arrivare a questo.

Fotografando gli sconosciuti là fuori, ti sarai fatto un’idea di com’è la società italiana. Puoi darmi qualche commento in merito?

Nonostante incontri spesso disoccupati, giovani e meno giovani in cassa integrazione, ciò che mi sorprende e commuove è il fatto di non trovare segni di resa o rassegnazione. Al contrario, incontro persone che si sono re – inventate con entusiasmo e voglia di rischiare, persone che per trovare la propria libertà hanno lasciato un lavoro da dipendenti per provarci da liberi professionisti, persone che per trovare la stessa libertà hanno fatto la scelta opposta, a testimonianza del fato che non esiste una ricetta universale per stare bene: si tratta di entrare in contatto con ciò che si ama, e seguirlo. All’estero spesso veniamo descritti come polemici e brontoloni: non ho incontrato nulla di tutto ciò. Ho incontrato persone a volte sì, un po’ stanche, ma che non hanno smesso di sognare. Ho incontrato giovani ventenni abili e dotati, molto più maturi e consapevoli rispetto a quanto lo sia stata la mia generazione, immediatamente precedente alla loro. Dico una cosa forte, le conseguenze negative della crisi le conosciamo a memoria: credo cha la crisi generi nuove opportunità, l’impossibilità di seguire percorsi tracciati spesso stimola l’intuito e la creatività. E questo è grandioso. Ho ottime sensazioni.

Un proverbio indiano dice che “Viaggiando alla scoperta dei paesi troverai il continente in te stesso”. Mi sembra di capire che il tuo progetto sia un lavoro sull’Altro, ma anche su te stesso? 

Hai centrato quella che credo sia l’essenza del progetto. È una confidenza che condivido con gli Strangers che incontro. Come ho detto più sopra, incontrerò 365 sconosciuti e attraverso i loro sguardi, le loro storie, incontro 365 parti di me. Ogni incontro per me è fonte di confronto e riflessione: Cosa mi ha colpito? Come mi sono sentito con lui/lei? Che tematica si è attivata durante l’incontro? Cosa ho contattato? Cosa è stato importante? Cosa ho imparato da questo incontro? Con che cosa rimango? Quando ho iniziato a ideare il progetto mi chiedevo “incontrerò 365 persone, chissà come ne uscirò”. Oggi, dopo 258 giorni, sto iniziando a conoscere la risposta.

Parlare con gli sconosciuti, in questo mondo, sembra una cosa da pazzi. Come te, io penso che sia necessario. In mezzo a tutti i tuoi sconosciuti, ce n’è qualcuno che ti è rimasto particolarmente nel cuore? O non si fanno figli e figliastri?

Ricordo il primo perché è stato il primo, perché ero tesissimo e perché non ero solo: la mia compagna mi ha sostenuto nel momento della prima scelta, semplicemente donandomi un po’ del suo coraggio. Poi ogni incontro porta in sé una storia, un timore, una soddisfazione, un aneddoto.  E sì, alcuni mi hanno toccato in maniera più intensa. Credo trapeli dalle descrizioni. Come già ricordato in altre occasioni e come insegna la Terapia della Gestalt, un contatto relazionale è pieno e nutriente quando i soggetti si incontrano nel “tra”, in una zona di confine tra le due soggettività. L’emozione dopo questi incontri è immensa, i giorni che passano non la cancellano.

Il mio blog si occupa di viaggi vicini e lontani. Se dovessi consigliare ai miei lettori una meta tra le tante che hai utilizzato per fotografare i tuoi strangers, quale consiglieresti e perché? 

Bella domanda! Come te amo viaggiare, sono stato in molti luoghi in Italia e all’estero, ma in questo caso mi sento di rimanere in Italia. E poi, come dice Dmitry, stranger incontrato a Genova qualche giorno fa, viviamo in un Paese unico, splendido e invidiato. Così, se mi fermo a pensare vedo ben chiari i labirintici vicoli di Genova, bui e luminosi, il Palazzo della Rovere a Savona, suggestivo incontro fra modernità e antichità, il quartiere Brera a Milano, così artistico e d’altri tempi, la zona Colonne di Milano, la splendida Via Roma a Torino, la neve di Prato nevoso, il mio primo e ormai lontano giorno sugli di sci. Mentre scrivo mi rendo conto della bellezza di tutto ciò. E la bellezza mi commuove. Grazie Vanessa per questa domanda.

La fotografia è anche per me una passione: posso chiederti come scatti? Che macchina usi?

Nikon D7100 50mm 1.8 D acquistata online e ricevuta il 24 dicembre 2014. Giusto in tempo…proposta: ci incontriamo a Torino, e facciamo un’uscita fotografica..che ne dici?

Sarà un piacere, Davide! A presto e grazie per il tuo tempo!

 Prima collettiva del Circolo Fotografico di Calizzano (Sv)   Drvengrad, miracolo a Est 

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