Viaggio a Macondo: sulle vie di Marquez con Anna Maspero
Ho sempre considerato questo sito un porto sicuro e accogliente. Dove chiunque potesse lasciare le sue idee, parlare dei suoi progetti, ma soprattutto raccontare le proprie esperienze di viaggio.
Nel corso degli anni, sono venuti a trovarmi diversi amici e compagni di strada: una fra tutti, Camilla Bonetti, che si è seduta in questo salotto virtuale nel 2018 e ci ha parlato della sua incantevole Oslo (ecco il link all’articolo, in caso ve lo foste persi).
Qualche settimana fa, ho chiesto ad un’altra donna di venire a prendere un tè (virtuale!) tra le pagine di questo blog. Anna Maspero ha accettato subito e mi ha detto che mi avrebbe raccontato di una delle nazioni che lei ama e conosce più profondamente, ovvero la Colombia (mentre io, in questo paese magico, devo ancora andarci!).
Come era successo con Camilla, anche con Anna allora mi sono accoccolata sul divano (pure questo, virtuale!), ho chiuso la bocca e ho lasciato che questa grande donna viaggiatrice e scrittrice mi portasse dolcemente lungo le strade e sulle pagine indimenticabili di Gabriel Garcia Marquez.
Anna mi ha regalato le parole e tutte le immagini che trovate in questo articolo. Che possano essere il migliore invito al viaggio (e alla lettura di Gabo) anche per voi!
Viaggio a Macondo
Quando Vanessa mi ha proposto di essere ospite del suo salotto virtuale per parlare di Colombia, mi ha detto di non esserci mai stata. In realtà, se leggere è un modo di viaggiare, sono sicura che anche lei come molti di voi in Colombia ci siete già stati sulle ali di un libro, Cent’anni di solitudine, che da più di 50 anni strega milioni di lettori trascinandoli in quell’universo immaginifico di luoghi e personaggi chiamato realismo magico dove si mescolano leggende e accadimenti, fantasia e storie vere.
Anche per me il viaggio nel paese delle mariposas amarillas iniziò ai tempi dell’università proprio grazie a quel libro e solo molti anni dopo è diventato realtà. E alla fine la Colombia mi ha così appassionato da spingermi a scriverne la guida per Polaris.
Così ho pensato di viaggiare con voi in compagnia di alcuni dei libri più belli di Márquez lungo la Ruta de Macondo, un itinerario nella regione della Costa, quella che dalle spiagge caraibiche di Cartagena de Indias, Barranquilla e Santa Marta, si estende per centinaia di chilometri all’interno e che fornì a Gabriel García Márquez la materia prima per i suoi racconti. Qui indios, africani, ispanici e immigrati dall’Europa e dall’Oriente incrociandosi hanno dato origine ai costeños, gente dal carattere aperto e allegro, non scevro da un pizzico di follia.
Il nostro pellegrinaggio non può che iniziare da Aracataca, per tutti è il mitico Macondo, il villaggio “di venti case di argilla e di canna selvatica” dove Gabo nacque e visse fino all’età di otto anni ascoltando i racconti della nonna Tranquilina Iguarán. Qui si trova la sua casa natale, ricostruita e trasformata in un piccolo e curato museo con pannelli che riportano citazioni dai suoi libri permettendo di collegare la storia della casa alla sua opera.
Intorno gli altri luoghi descritti nel suo romanzo: la Iglesia de San José, la Oficina del Telegrafista dove nacque l’amore contrastato fra i suoi genitori, La Estación del Ferrocarril con il treno simbolo di quel progresso portatore di benessere e di sventure, il quartiere dove aveva sede la compañia bananera e il Camellón de los Almendros…
Proseguiamo verso Santa Marta, la città più antica del Sudamerica, affacciata sulla costa caraibica e con alle spalle il massiccio innevato della Sierra Nevada. Ci accompagna Il Generale nel suo Labirinto, uno dei romanzi meno noti di Márquez, in cui si raccontano gli ultimi mesi di Simón Bolívar, l’eroe dell’indipendenza sudamericana che qui morì nel 1830, deluso, solo e prigioniero del labirinto dei suoi ricordi.
Nella splendida Casa de la Aduana, insieme al curatissimo Museo de Oro, vi è una sala dedicata ai trionfi, alle sconfitte e agli amori del Libertador che qui fu vegliato dopo la sua morte. A pochi chilometri dal centro nella Quinta de San Pedro Alexandrino Bolívar consumò i suoi ultimi giorni: è un’antica hacienda azucarera in un giardino botanico con alberi centenari, uccelli, grosse iguane e un lungo dipinto murale che racconta la vita del più grande dei figli del Sudamerica. All’interno un Museo Bolivariano con quadri, mobili d’epoca e il suo letto di morte.
Poco lontano vi è la Ciénaga Grande, la regione dove negli anni ’20 si stabilì la United Fruit, l’impresa americana incaricata dello sfruttamento e dell’esportazione delle banane, e qui nel paesino di Ciénaga nel 1928 avvenne il massacro dei lavoratori della compañia bananera, avvenimento su cui pochissimo era stato scritto finché Márquez non ne fece uno degli episodi più significativi di Cent’anni di Solitudine.
Continuiamo per altri 250 km verso l’interno fino alla remota cittadina coloniale di Santa Cruz de Mompox, su un braccio minore del Río Magdalena, il fiume che Márquez studente universitario percorreva a bordo dei lenti battelli a vapore per raggiungere la fredda e lontana Bogotà o per ritornare nella luce del suo Caribe. Qui Bolívar sostò per otto volte nelle sue campagne militari, Gabo nemmeno una. Eppure è forse il luogo in assoluto più “macondiano”, una sorta immaginario architettonico fermo nel tempo dove “la vita confina con l’eternità”, come è scritto all’ingresso del cimitero.
Nei suoi laboratori abili orefici perpetuano l’antica tradizione della filigrana e creano dei pesciolini proprio come Aureliano Buendía… E certo non è un caso che proprio qui Francesco Rosi abbia girato molte delle scene della versione cinematografica di Cronaca di una Morte Annunciata.
La ruta sulle orme di Marquez si conclude a Cartagena de Indias per lui, e non solo per lui, la città più bella del mondo. Qui Marquez ha costruito la sua casa rivolta verso il Mar de Caraibi, questo è il luogo dove amava tornare e dove, nel Claustro de la Merced dell’Università nel 2016 sono state tumulate le sue ceneri.
Fuori dalle mura la città è cresciuta con uno skyline che ricorda Miami, ma dentro tutto è intatto, “non era accaduto nulla in quattro secoli, salvo l’invecchiare a poco a poco fra allori marciti”. Un paio di anni fa avevo avuto la fortuna di girare fra questi vicoli alla scoperta degli angoli cari allo scrittore accompagnata da Jaime García Márquez, suo “fratello numero otto” che mi raccontava storie e aneddoti di famiglia (li vedete insieme nella foto qui sotto).
Ora ci guidano come una bussola le pagine di due suoi romanzi ambientati a Cartagena: Dell’amore e di altri demoni, la storia di una marchesina allevata dagli schiavi sullo sfondo di Cartagena nel periodo dell’Inquisizione, e il bellissimo L‘amore ai tempi del colera, la storia di Florentino Ariza che deve aspettare “51 anni 9 mesi e 4 giorni” prima di poter nuovamente dichiarare il suo amore, finalmente corrisposto, a Fermina Daza. Questo nostro viaggio sulle ali dei libri termina sulle antiche mura guardando il sole immergersi nelle acque scure dell’oceano.
Lasciamo le immagini dei luoghi e quelle dei libri sovrapporsi, senza più sapere dove finisce la realtà e iniziano fantasia e finzione letteraria. Di una cosa sono però certa: quel mondo che pensavo essere frutto dell’immaginazione di uno scrittore, non è che la normale quotidianità di un luogo speciale come la Colombia, un paese dove Macondo esiste davvero.
Anna Maspero ha insegnato inglese, piantato alberi, ha molto letto e molto viaggiato. Ama viaggiare sola, con amici o accompagnando gruppi lungo le strade dell’America Latina per il T.O Kel12/National Geographic Expeditions. Non ha mai smesso di cercare e di porsi domande. È certa che molte risposte stiano nel viaggio e nei libri. Quando non è in giro per il mondo, la trovate in Brianza o sul suo blog https://annamaspero.com/ dedicato soprattutto alle riflessioni sul viaggiare. Per Polaris ha scritto due edizioni della guida Bolivia, la guida Colombia e i due saggi: “A come Avventura, Saggi sull’arte del viaggiare” e “Il Mondo nelle Mani, Divagazioni sul viaggiare”.
Grazie Vanessa, è stato davvero un piacere essere ospitata nel tuo salotto virtuale e spero avremo presto l’occasione di prendere un tè (vero) insieme!
Grazie a te, cara Anna. Mi ha fatto enormemente piacere leggere della TUA Colombia. Mi hai fatto venire una voglia matta di partire …. Un abbraccio grande e a presto!